Nota anche come matrimonio tra due alberi, la festa di Accettura è un rito di culto agrario di origini pagane, giunto sino a noi attraverso la sovrapposizione, avvenuta nel XVIII secolo, alla celebrazione liturgica del protettore San Giuliano.
Oggi il Maggio è il simbolo dell’identità culturale degli accetturesi in paese e di quelli che sono sparsi per l’Italia e per il mondo.
Tutto inizia la prima domenica dopo Pasqua, quando un gruppo di volontari si reca nel vicino boco di Montepiano per scegliere il cerro più alto, dritto e sano che diventerà il Maggio; la domenica successiva viene scelta, nella foresta di Gallipoli, la Cima, un agrifoglio che sarà innestato in un simbolico matrimonio sopra il Maggio nelle settimane a venire.
Il giovedì dell’Ascensione il Maggio viene abbattuto; otto giorni dopo viene trascinato da coppie di buoi fino alle “chiapparedd”, un’area a circa 4 km da Accettura, da cui, l’indomani, ripartirà verso il paese.
Si arriva così alla domenica di Pentecoste, probabilmente il giorno più affascinante dell’intera festa. Mentre il Maggio riprende il suo cammino, la cima viene abbattuta e, con passione e devozione, è portata, per un tragitto di circa 15 km, sino ad Accettura. Durante il trasporto, che dura l’intera giornata, sono frequenti le soste: gli spiazzi erbosi si trasformano in una tavolata collettiva piena di salsicce, formaggi, frittate, biscotti e bottiglie di buon vino. Solo nel tardo pomeriggio, verso le 19, i due alberi si incontrano e inizia la vera festa di popolo con il compimento del matrimonio.
Il lunedì è una giornata di riposo e di preparativi. Si appronta l’occorrente per il congiungimento e l’innalzamento dei due alberi mentre dalle campagne di
Valdienne, arriva la processione del quadro dei Santi Giovanni e Paolo. Nel pomeriggio la statua di San Giulianicchio viene portata, insieme al quadro, in processione per il paese.
Il martedì, preceduta da una lunga fila di cende, costruzioni votive di candele e nastrini portate sul capo da ragazze, si inizia la processione di San Giuliano. Con grande accompagnamento di fedeli, il corteo percorre le strade principali, per poi raggiungere largo san Vito, al centro dell’abitato, dove il Maggio sta lentamente innalzandosi. Migliaia di persone seguono in silenzio le delicate e difficili operazioni condotte con grande abilità, a cui sovrintendono i più anziani, custodi di tecniche arcaiche.
Sotto lo sguardo del Santo, il Maggio è innalzato. La cerimonia sta per concludersi. Manca ormai poco all’appuntamento finale del pomeriggio, quando giovani coraggiosi si cimenteranno nell’ardua scalata dell’albero alto quasi quaranta metri. Allievi del leggendario Zizilone, il più coraggioso fra tutti gli scalatori, si arrampicheranno sul grosso tronco sino a raggiungere la chioma. Da qui saluteranno, con spericolate acrobazie, la folla ammutolita mentre il sole è tramontato alle spalle delle Manche.
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